Nuova edizione ampliata nei testi critici e testimonianze della
raccolta omonima pubblicata a cura dell’autrice in tiratura limitata
nel 2008.
Con una testimonianza inedita di Pupi Avati e un nuovo saggio
critico di Paolo Leoncini (Università Ca’ Foscari di Venezia).
Il soave acero comprende le principali raccolte della poetessa di
Valdobbiadene:
Spazio/Tempo (1974); Tarlo della mia indagine (1976); Epigramma
(1975); Disorizzonte (1982); Epigrammata (1985) e il testo
autobiografico Quasi una confessione.
È corredato da altri scritti e testimonianze di Pupi Avati, Carlo Della
Corte, Miro Graziotin, Davide Lajolo, Paolo Leoncini, Mirella
Sotgiu, Andrea Zanzotto.
“Mi scriveva del suo difficile presente rivendicando giorni
dell’onnipotenza che una donna di quel tempo remoto doveva
alla propria avvenenza. Fu questa la merce di scambio che fece sì
che i suoi pensieri divennero i miei, che mi riconobbi in questa
femminilità perduta ma ostinatamente rivendicata.
Non so ricordare altro di quell’epistolario in cui ricorrevano un figlio
perennemente distante e amatissimo, una figlia provvidenziale, viaggi
in Australia da parenti remoti e suggestioni di letture smaglianti
che si risolvevano in quei suoi versi opalescenti, di sommo potere
evocativo.
Così, nell’illusione di poterle essere di un qualche aiuto, un giorno di un dicembre ostile, mi trovai ad affrontare
montagne, a superare fiumi, precipitando per strade scoscese, attraversando città di idiomi perduti …”
(da La mia Fulvia, testimonianza di Pupi Avati)