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LE NOVITà
della settimanA
Freschi di stampa
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«Alison Espach ha un talento immenso, la sua scrittura scorre con un tocco leggerissimo. Un romanzo profondamente commovente, sempre eccellente e spesso inaspettatamente divertente» – Emily St. John Mandel, autrice di Stazione undici
Da sempre, Sally, tredici anni, guarda alla sorella sedicenne Kathy con ammirazione, rispetto e infinito amore: Kathy è bellissima, elegante, dotata nel canto, ricercata dai compagni di scuola. Sally condivide con lei tutte le esperienze della loro adolescenza, e anche le confidenze sul primo amore di Kathy, Billy, star emergente della squadra di basket locale, che presto, per motivi diversi, diventa inesauribile fonte di struggimento anche per Sally. Fino al tragico giorno dell'incidente in cui Kathy perde la vita: Billy e Sally sono ora destinati a essere uniti per sempre, la tragica, accidentale morte di Sally li coinvolge entrambi e sconvolge le esistenze di tutti i componenti delle loro tranquille famiglie americane. Ambientato nel corso di quindici anni, Appunti sulla tua scomparsa improvvisa è narrato in prima persona da Sally, che racconta a Kathy che cosa accade nella vita di chi resta, dando voce alla limpidezza dei suoi pensieri e all'assoluta sincerità delle sue emozioni. Ne risulta un romanzo straordinario, che non è solo una storia d'amore mozzafiato tra due persone spezzate e inspiegabilmente, scomodamente attratte l'una dall'altra, ma anche una storia di formazione ironica e sottile capace di esplorare i modi bizzarri e inaspettati in cui le persone che amiamo di più continuano a plasmare la nostra vita molto tempo dopo essersene andate: perché chi scompare non scompare mai davvero finché continueremo a cercare i segni della sua presenza dentro e fuori di noi.
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Lo immaginavo delicato come una sinfonia. Leggere come il battito d'ali di una farfalla. Soave come una piuma che ondeggia nel vento. Ma sbagliavo. Sin dal primo momento in cui mi ha toccata, per me l'amore è stato la melodia stonata di una chitarra elettrica. L'irruenza di un uragano. La dannazione di un'anima in collisione.
Vanessa, studentessa al secondo anno di college, ha un amore viscerale per i libri e la pioggia e un legame indissolubile con i suoi migliori amici. Segnata dal difficile divorzio dei genitori, ha trovato conforto in Travis, all'apparenza il bravo ragazzo che tutte le madri – compresala sua – vorrebbero accanto alle loro figlie. Con lui spera di riuscire a costruire una felicità che ormai da troppo tempo le manca. Dopo due anni, però, anche quell'amore sembra essersi incrinato e nel cuore di Vanessa restano solo macerie. Almeno fino al momento in cui, a lezione, si imbatte per la prima volta in un nuovo compagno di corso, con il corpo ricoperto di tatuaggi e due occhi verdi in cui è fin troppo facile perdersi. Thomas è un miscuglio esplosivo di fascino e arroganza, vittima e carnefice dal passato tormentato. Lui e Vanessa, così diversi tra loro eppure in fondo così simili, si incastrano come pezzi di un puzzle, dando vita a un rapporto tormentato, fatto di attimi di passione e squarci di tenerezza, litigi furiosi e riconciliazioni. Ma Vanessa vuole di più, sogna l'amore vero, romantico e totalizzante, quello raccontato nei romanzi che non si stanca mai di rileggere. Thomas, invece, rifugge ogni legame, nel suo petto si agita un perenne groviglio di spine. Eppure, se capirsi è difficile, separarsi è impossibile.
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La sua maestosa lentezza. L'esplodere di una natura inattesa, a volte estrema. Un tuffo in acqua. Lo sfiorarsi delle labbra. I silenzi. Gli incontri. Le città deserte. Le notti che si dissolvono nel giorno senza cesura. Al pari di esploratori che si nutrono dell'ignoto, ogni anno siamo pronti a perderci dietro la chimera dell'estate, la stagione piú effimera. La piú luminosa, ma forse anche la piú amara. Quando finisce infatti sentiamo un vuoto dentro. E il ricordo delle emozioni che abbiamo provato non smette di inseguirci. Quali che siano le esperienze vissute, le gioie o le disfatte, al pari dell'araba fenice l'estate risorge sempre dalle sue stesse ceneri, riproponendoci, mescolati insieme, la meraviglia, il sogno e il disincanto. Senza che ci si possa difendere. Seguendo le trasformazioni che porta con sé la stagione piú fugace e inafferrabile, quel che avviene al pianeta, alle piante, agli animali, e soprattutto a ciascuno di noi, Federico Pace racconta da angoli inediti storie emblematiche e avvincenti che hanno preso vita durante quei giorni cosí infuocati da suscitare le aspettative piú vertiginose. Storie accadute a chi ha lasciato che l'estate, ancora una volta, portasse con sé una strana felicità.
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«Una favola potente per questo nostro tempo guasto» – Salman Rushdie
«Shteyngart è un patrimonio nazionale. Ha spesso scritto con grande humour e grande cuore, ma mai come in questo romanzo» – Jonathan Safran Foer
«Un romanzo perfetto per quest'epoca e per tutte le epoche, l'unico reperto testuale dell'era della pandemia da conservare e mettere in una capsula del tempo a futura memoria di tutto ciò che è buono, vero e bello nella letteratura» – The New York Times
«Otto amici, una casa in campagna e sei mesi di isolamento: una storia sull'amore, l'amicizia, la famiglia» – USA Today
«Un omaggio a Cechov in quattro atti, con un finale che vi spezzerà il cuore» – The Washington Post
«Il grande romanzo americano sulla pandemia che solo Gary Shteyngart poteva scrivere: autenticamente multiculturale, scritto con una penna assassina e attraversato da una vitalità selvaggia» – Kirkus Reviews
Nei mesi del lockdown, la tenuta di campagna degli immigrati ebrei sovietici Sasha e Masha Senderovsky diventa una destinazione ambita. Alla coppia e alla figlia adottiva Nat, una bambina di otto anni ansiosa e brillante, più interessata alla sua identità asiatica che alle lezioni di russo imposte dalla madre, si uniscono Dee, ex studentessa di Sasha specializzata nel provocare i benpensanti, L'Attore, divo hollywoodiano in incognito, e tre compagni di liceo di Sasha: Kim, multimilionaria creatrice di un'app di successo, Ed, erede di una ricca famiglia coreana, e Vinod, scrittore mancato. Nella piccola colonia lungo il fiume Hudson – rifugio dal virus come in un moderno Decameron, ma anche asfittica clausura da reality show, isola progressista sotto assedio nell'America trumpiana e decadente dacha cechoviana – si inseguono nostalgie e risentimenti, amori decennali inconfessati e nuove passioni scatenate da un Cupido digitale. Ma su tutto incombono la paura del contagio e i problemi finanziari del padrone di casa, la cui carriera di scrittore comico è tutt'altro che in ascesa. Per conservare l'adorata tenuta deve convincere L'Attore a trasformare la sua sceneggiatura in una serie televisiva, impresa per cui sembra disposto a sacrificare tutto: amicizie, dignità e perfino la moglie. In questo nuovo romanzo Gary Shteyngart scatena il suo umorismo caustico contro le paranoie, le ipocrisie e i vezzi di un gruppo di privilegiati, ma al tempo stesso coglie il clima universale di quei mesi, la sospensione di progetti e legami, la forza di ciò che davvero conta e ci unisce.
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Tom Baxter è tra i migliori chirurghi ortopedici di Seattle. Ma gli ultimi tempi sono stati duri per lui e la sua famiglia: la moglie è morta da un anno e i figli, Owen e Olivia, faticano a superare il trauma e ad accettare la giovane Heather, con cui Tom si è appena risposato. Per cercare un po' di serenità, Tom decide di trasformare un convegno di medici a Melbourne in un viaggio di famiglia e quando in Australia i ragazzi trovano finalmente un'attività che li esalta come vedere da vicino i koala, Tom acconsente. Due abitanti del posto incontrati per caso invitano i Baxter a una breve gita a Dutch Island, un piccolo isolotto incontaminato vicino alla costa, abitato solo dalla grande famiglia O'Neill. Già sull'imbarcazione che li porta all'isola, l'eccitante sensazione di trovarsi in un luogo esclusivo, in cui poter assaporare la vera natura selvaggia australiana, si fa sempre più forte... Soprattutto quando, per la loro sicurezza, i due abitanti del posto dettano regole ferree: non avvicinarsi alla fattoria, unica costruzione presente oltre a una prigione dismessa, non addentrarsi nella vegetazione e rivedersi al molo entro quarantacinque minuti. Ma i Baxter non torneranno mai più al molo. Perché dopo un fatale errore dettato dalla distrazione, l'isola diventa una prigione e ogni angolo nasconde un possibile agguato letale. Una trappola che li costringerà a scegliere cosa, e soprattutto chi, sacrificare pur di sopravvivere.
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Le distrazioni hanno il potere di cambiare le nostre vite.
Viola, come ogni giorno, ha portato Elia ai giardinetti del quartiere. Da quando ha avuto l'incidente, poco meno di due anni prima, tutto le è faticoso, quasi insopportabile. Così come sono insopportabili i continui ritardi di Paolo. Per questo, quando lo vede arrivare da lontano, Viola non aspetta neanche che entri nel parco e se ne va. Ma proprio in quel momento lui è raggiunto da una telefonata, deve tornare in ufficio, un impianto di cui è responsabile ha preso fuoco. Elia, che ha solo diciotto mesi, resta solo. Abbandonato al suo destino. In una porzione di Roma grigia e desolata come una landa. Prima che la coppia si accorga che è scomparso passano secondi, minuti. Poi, la consapevolezza. Dov'è Elia? Si è solo allontanato? Qualcuno lo ha preso? Chi può essere stato? C'entrano i Rom del campo vicino? O riguarda il lavoro di Paolo, che da avvocato ha a che fare con persone influenti e corrotte? Oppure potrebbe averlo trovato Dora, l'inseparabile amica di Viola, che Paolo non sopporta? Dopo la vittoria del Premio DeA Planeta, Federica De Paolis torna mettendo in luce tutto il suo talento. Come in un romanzo di Donna Tartt, Le distrazioni compone una sinfonia di sentimenti e generi: indaga nella vita di una coppia, scandaglia le relazioni famigliari, rovescia la realtà, mentre il tempo inesorabile scorre. Federica De Paolis si conferma unica nel raccontare il lato oscuro della normalità, i silenzi, le omissioni, le piccole menzogne e le verità impronunciabili. E, dando corpo a una delle paure più atroci di un genitore, regala ai lettori un romanzo esplosivo e intensissimo, fino allo straordinario, inatteso, finale.
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«Sara Fruner è una maga della parola» – André Aciman
Un giorno, in treno, scocca il colpo di fulmine fra Ettore ed Elena. Un passato anomalo li unisce: Ettore abbandonato in fasce dalla madre, e adottato all'età di cinque anni; Elena bambina sparita nel nulla per tre giorni, e poi ritornata. Due anime perdute che si trovano. Ma se il caso può incastrare tutto alla perfezione, può anche, in un soffio, scatenare il caos: un figlio fuoriprogramma che sconvolge gli equilibri di singoli e coppia, lo smarrimento identitario per Elena, e guai sul lavoro per Ettore, trascinato in un intrigo che mette a repentaglio la sua integrità etica. In ufficio gli è accanto Matilde, vedova di mezza età con un passato ingombrante e un amore impossibile sospeso fra Stati Uniti e Caraibi. E se un padre non amasse il proprio figlio? E se una donna diventata madre, si perdesse completamente nel passaggio da donna a mamma? La notte del bene ruota attorno a queste domande, esplorando l'abisso che può spalancarsi tra un uomo e una donna posti davanti a una genitorialità imprevista. Attorno a quest'universo di coppia, un mare di storie da ogni dove, fra passato, presente, architettura, schiavitù, razzismo e verità nascoste. Raccontando il blackout di un progetto famigliare convenzionale, e intravedendo il profilarsi luminoso di un sistema affettivo che si apre a nuovi mondi, La notte del bene permette a Sara Fruner di riprendere i nodi affrontati ne L'istante largo, e di lavorarli con maturità e potenza nuove, attraverso la scrittura essenziale e ricchissima che è una delle cifre distintive di questa autrice, definita da André Aciman «una maga della parola».
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Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha piú importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lí, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l'indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all'umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l'età per rimanere a lungo nell'Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere piú forte, piú pronto, potrebbe non bastare.
«Miriam tornò ai suoi panni, e tolse l'aria dai polmoni con uno sbuffo. Il sole mattutino s'affaccendava a portare un po' di calore, permetteva ai bambini di restare fuori a giocare, ma proiettava l'ombra delle sbarre sulla parete alla sua destra, sezionava il muro come fosse una scacchiera. S'appese alle spranghe e allungò l'esile collo, come a voler uscire da lí, lei cosí minuta, e si ritrovò sulle punte senza volerlo, da dietro pareva un puma pronto a spiccare il balzo. Pensò di andarsi a riprendere quel figlio cretino che a quasi dieci anni si lasciava sfottere da una mocciosetta e manco lo capiva. Invece vide qualcosa d'inaspettato, vide la bambina ridere ancora per le parole del suo Diego, e però subito dopo vide anche il viso di lui aprirsi in un gioioso sorriso, e poi in una fragorosa risata che liberò farfalle, una risata per lungo tempo attesa, che le tolse l'ombra dalla faccia e la spinse a donare al cielo, alle nuvole dense che soffocavano quel carcere tra i monti, un moto appena percettibile di labbra».
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Madrid, 1941. Fernando Garzo è il figlio di un famoso editore, condannato a morte per le sue idee politiche. Dopo aver tentato inutilmente di liberare il padre, gli resta solo un obiettivo: la vendetta. Ma una volta nei guai con la giustizia, dovrà scegliere tra la clandestinità e la fuga.
Catalina Vilamar appartiene a una famiglia monarchica di proprietari terrieri che nel corso della guerra civile ha perso tutto. I debiti hanno costretto i genitori a prometterla in sposa al figlio di un usuraio. Per questo Catalina ha un unico scopo: lasciare Madrid.
Eulogio Jiménez è un giovane pittore figlio di repubblicani. È tornato dal fronte prima della fine della guerra perché ferito gravemente, ma ha salvato la vita a Marvin Brian, un volontario americano. Ora ha un grande progetto: andare a Parigi per fare carriera come pittore.
Marvin Brian è un poeta americano, arrivato a Madrid per seguire le orme di Cervantes. Rimasto ferito combattendo per i repubblicani, ha un debito di riconoscenza nei confronti di Eulogio che l'ha salvato.
Come naufraghi in cerca di un approdo, i quattro giovani decidono di lasciare la Spagna alla ricerca di un futuro nuovo e ricco di speranza. Ma intanto scoppia la Seconda guerra mondiale... Che ne sarà dei loro progetti? Quali prove dovranno affrontare per realizzare i propri sogni?
Da Madrid a Parigi, da Alessandria d'Egitto a New York e Santiago del Cile, Julia Navarro dipinge un grandioso affresco storico, intrecciando i destini di quattro giovani segnati dai propri errori, prigionieri dei propri segreti, travolti dai sentimenti e dal desiderio di libertà e riscatto.
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«Un esordio che sprigiona incanto» – Marta Cervino, Marie Claire
I Ghiringhelli sono una strampalata famiglia italosvizzera che abita nel Canton Ticino, in una casa piena di gatti che si chiamano come avverbi o congiunzioni. La signora Ghiringhelli è una donna imperturbabile e pragmatica che lavora nella sede luganese della Banca d'Elvezia, il signor Ghiringhelli è un poeta avanguardista che traduce in quartine guide e manuali d'istruzioni, la figlia grande è un'adolescente sempre imbronciata. E poi c'è il Tullio. Il Tullio fa la quinta elementare, ed è un bambino timido e silenzioso, che cerca di passare inosservato. Ma nella sua smisurata immaginazione vive e pulsa un'intera città popolata da supereroi, alieni, piante carnivore parlanti, Roger Federer, cavalieri medievali e tutto quello che può abitare la fantasia di un bambino di dieci anni. Il Tullio presta più attenzione a loro che ai maestri, ragion per cui a scuola va così così. Ma una sera trova un eolao, e se hai un eolao non puoi proprio passare inosservato. Tra superlativi iperbolici, girondi stornati e animali fantastici, sui sentieri dell'assurdo tracciati da Gianni Rodari, Pennac e Vonnegut, dai film di Wes Anderson o dai fumetti di Calvin & Hobbes, Rigiani ci ricorda che felice e sovversiva sarabanda possa essere la letteratura. Un gioco spericolato con la lingua, una trovata esilarante, la messa a soqquadro di quella metafora dell'ordine universale che è la Svizzera.
Narrativa
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Kajan ha avuto una fortuna rara, un talento indiscusso per il pianoforte, e una sfortuna tragica: nascere nel corso della Seconda Guerra Mondiale, in Albania. E il 1943 e Kajan vive in una fattoria con la famiglia e con suo nonno Betim nella campagna albanese. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti. L'esistenza di Kajan scorre in qualche modo al riparo dalle atrocità belliche, fino a che un giorno un disertore tedesco di nome Cornelius bussa alla loro porta, cercando rifugio. Il soldato è un abile pianista e il piccolo Kajan decide di approfittarne per imparare; si rivela un allievo disciplinato e talentuoso, e sviluppa un rapporto di affetto viscerale con il soldato, Poco prima della resa dei tedeschi, una truppa di nazisti invade la fattoria. I tre ascoltano impotenti gli spari, nascosti in una botola sotterranea. La tensione cresce fino a quando i tedeschi non scoprono il loro nascondiglio: è lì che Cornelius esce fuori senza esitazione e ancora una volta, uccidendo i suoi connazionali, salva la vita di Kajan. Betim, però, è rimasto mortalmente ferito dagli spari. È la notte della liberazione dell'Albania. Cornelius ha la possibilità di tornare a casa, in Germania, con l'aiuto di Selie, la madre di Kajan, leader di un comando di partigiani che ha molto peso nel partito. Quindici anni dopo circa, Kajan è divenuto uno stimato professore di musica, a soli 20 anni, per merito del suo prodigioso talento. Ama, ricambiato, una sua alunna di nome Elizabeta. Ma c'è un problema, accentuato dalla figura della rigida e irreprensibile madre Selie, ormai elevata agli alti ranghi del novello regime comunista: Elizabeta è la figlia di un traditore. La guerra che Kajan pensava finita sta per iniziare in una nuova forma con nuovi nemici.
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«Un romanzo appassionante» – Welt am Sonntag
«La tormentata storia di una famiglia nell'Europa a cavallo della Seconda guerra mondiale» – Wienerin
«Ogni scena è così vivida da sempre un film» – Freie Presse
Breslavia, 1926. Quando Laurenz Sadler chiede la mano della giovane Annemarie, immagina un futuro radioso, un appartamento in centro e il successo come compositore. Ma è un sogno destinato a non realizzarsi mai. La morte del fratello maggiore, infatti, lo costringe a prendere le redini del podere di famiglia. Un cambiamento per lui molto sofferto, ma che Annemarie accoglie con sollievo. Le luci della città non sono il posto adatto per nascondere il segreto che custodisce. Invece, nella quiete della campagna, può concentrarsi solo sul suo amore per Laurenz e, col passare degli anni, sulle figlie: Kathi e Franzi. Almeno finché la vivace e brillante Kathi, ormai quindicenne, non vince un concorso nazionale di matematica, attirando su di sé le attenzioni del governo di Berlino. Col Paese squassato dalla guerra e dalle persecuzioni razziali, Annemarie non può rischiare che la verità sul suo passato venga a galla. Deve proteggere la sua famiglia, anche a costo di lasciare per sempre la casa in cui ha trascorso gli anni più felici della sua vita. Non sa ancora, Annemarie, che la sua scelta segnerà il destino dei Sadler per generazioni... La saga di una famiglia che attraversa il Novecento.
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«Miranda Cowley Heller ha creato personaggi e luoghi a cui è impossibile non affezionarsi» – The New York Times
«Una storia evocativa e intensa sulla colpa e sul perdono» – The Guardian
«Un debutto mozzafiato che vi divorerà e lascerà a bocca aperta – non vorrete che finisca» – The Independent
«Erano anni che non rimanevo così incollato alle pagine di un libro. L'ho amato» – Nick Hornby
Nessun rimpianto per quello che non ho fatto. Ora ho solo rimpianti per quello che ho fatto. Questa è la fine di una lunga storia.
Una bracciata dopo l'altra, il viso esce dall'acqua per cercare aria e poi torna a inabissarsi. Elle adora nuotare davanti alla casa di famiglia a Cape Cod. Ma quel giorno è diverso dagli altri. Perché Elle la sera prima ha fatto una scelta che ha cambiato tutto. Ha fatto l'amore con Jonas, l'uomo che, se le cose fossero andate diversamente tanti anni prima, ora sarebbe il suo compagno. Eppure, quel futuro non si è realizzato e il cuore di Ella si è aperto a Peter, suo marito, con cui ha avuto tre figli meravigliosi. Con lui è felice, ma il pensiero di Jonas non l'ha mai abbandonata. Ora Elle ha solo ventiquattr'ore per prendere la decisione che potrebbe stravolgere la sua vita; per farlo, non può ignorare la colpa che la unisce e la divide da Jonas. È il loro passato, è ciò che li ha allontanati, ma è un segreto che riecheggia nel presente. E ora tutto potrebbe tornare a galla come il fondale sabbioso che, durante una tempesta, affiora in superficie. Elle sa che cosa significherebbe. Sa che non è sola e che le conseguenze delle sue azioni peserebbero sulle persone che ama di più. Come sa che le scelte ormai alle spalle non sono giuste né sbagliate. Le scelte davvero importanti sono quelle che si hanno davanti. Per la stampa e la critica più autorevole c'è una nuova e sola regina del «romanzo americano»: Miranda Cowley Heller. Erano anni che si attendeva un esordio come il Palazzo di carta. Un romanzo che ha superato tutti i record, in testa alle classifiche americane e inglesi per mesi. Non c'è lettore che non l'abbia amato. Perché, in fondo, tutti, abbiamo domande che non sempre hanno risposte. Tutti abbiamo fatto scelte e abbiamo rimpianti, tutti abbiamo un posto del cuore a cui vorremmo tornare. Tutti abbiamo un segreto che non abbiamo mai confessato. Siamo tutti Elle.
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Fra sé e le proprie origini Lucy Barton ha messo due matrimoni, molti libri di successo, una vita intera: oggi è un'autrice famosa, ha splendide figlie ormai adulte e da un anno è vedova di un uomo amatissimo. Ma è del suo primo marito, William, che ora vuole parlare. William, l'irraggiungibile, infedele padre delle sue bambine: è a lui che ha bisogno di tornare. In un dialogo intimo con ciascuno di noi e con tutti i passati che non passano mai davvero, fino a quando la parola deve lasciare il posto a un'unica esclamazione sopraffatta: oh William. Oh.
«Elizabeth Strout è una delle mie scrittrici preferite, quindi il fatto che "Oh William!" sia probabilmente il mio preferito fra i suoi libri è una formula matematica che restituisce gioia. La profondità, la complessità e l'amore contenuti in queste pagine hanno del miracoloso» – Ann Patchett
«Vorrei dire alcune cose sul mio primo marito, William», esordisce una Lucy Barton oggi sessantaquattrenne aprendo questo capitolo della sua storia, e nell'immediatezza del suo proposito s'intuisce il lavorio di riflessioni a lungo maturate. Sono passati decenni da quando Lucy, convalescente in un letto di ospedale, aspettava la visita delle sue bambine per mano al loro papà; decenni da che, con pochi vestiti in un sacco dell'immondizia, lasciava quel marito tante volte infedele e si trasferiva in una nuova identità. Oggi Lucy è un'autrice di successo, benché ancora si senta invisibile, con le figlie ormai adulte ha un rapporto vitale e premuroso, e da un anno piange la scomparsa del suo adorato secondo marito, David, un violoncellista della New York Philharmonic Orchestra, nato povero come lei. William di anni ne ha settantuno, è sposato con la sua terza moglie, Estelle, di ventidue anni piú giovane, e la sua carriera di scienziato sembra agli sgoccioli. Tanta vita si è accumulata su quella che lui e Lucy avevano condiviso. Perché dunque William? Perché tornare a quell'uomo alto e soffuso d'autorità, con una faccia «sigillata in una simpatia impenetrabile» e un cognome tedesco ereditato dal padre prigioniero di guerra nel Maine? Corrente carsica che scorre silente per emergere in imprevedibili fiotti di senso e sentimento, questo matrimonio è ricostruito per ricordi apparentemente casuali – una vacanza di imbarazzi alle Cayman, una festa tra amici non riuscita, un viaggio di risate in macchina, un amaro caffè mattutino – ma capaci di illuminare i sentieri sicuri e i passi falsi di una vita coniugale, dove le piccole miserie e gli asti biliosi convivono con i segni di un'imperitura, ineludibile intimità. Cosí è William il primo che Lucy chiama quando viene a sapere della malattia di David; ed è a Lucy che William chiede di accompagnarlo in un viaggio nel Maine alla spaventosa scoperta delle proprie origini e di verità mai conosciute. «Oh William», torna a ripetere Lucy, e in quell'interiezione c'è un misto eloquente di esasperazione per le sue mancanze e tenerezza per le sue illusioni. Un sentimento caldo che si allarga in un abbraccio universale: «Ma quando penso Oh William!, non voglio dire anche Oh Lucy!? Non voglio dire Oh Tutti Quanti, Oh Ciascun Individuo di questo vasto mondo, visto che non ne conosciamo nessuno, a partire da noi stessi?»
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Torino, 1935. Il lunedì di lavoro di Anita inizia con una novità: Leo Luminari, il più grande regista italiano, vuole portare sul grande schermo uno dei racconti gialli pubblicati su «Saturnalia», la rivista per cui lei lavora come dattilografa. Il che significa poter curiosare dietro le quinte, intervistare gli attori e realizzare un numero speciale. Anita, che subisce il fascino della settima arte, non sta nella pelle. L'entusiasmo, però, dura solo pochi giorni, finché il corpo senza vita del regista viene ritrovato in una camera d'albergo. Con lui, tramonta il sogno di conoscere i segreti del mondo del cinema. Ma c'è anche qualcosa che inizia in quell'esatto istante, qualcosa di molto pericoloso per Anita. Perché dietro la morte di Luminari potrebbe nascondersi la lunga mano della censura di regime. Anita e il suo capo, Sebastiano Satta Ascona, devono evitarlo: hanno troppi segreti da proteggere. Non rimane altro che indagare, ficcando il naso tra spade, parrucche e oggetti di scena. Tra amicizie e dissapori che uniscono e dividono vecchi divi, stelle che, dopo tanti anni lontano dai riflettori, hanno perso la luce. Ogni passo falso può essere un azzardo, ogni meta raggiunta rivelarsi sbagliata. Anita ormai è un'esperta, ma questa volta è più difficile. Forse per colpa di quell'incubo che non le dà pace, un incubo in cui lei indossa l'abito da sposa, ma nero. Perché i giorni passano e portano verso l'adempimento di una promessa, anche se si vuole fare di tutto per impedire l'inevitabile.
Non può passare un anno senza un nuovo romanzo di Alice Basso: lo sanno bene le migliaia di lettori che la seguono dagli esordi. Le sue protagoniste creano dipendenza. Una dipendenza buona, fatta di scrittura intelligente, sana leggerezza e immenso amore per la letteratura. Una dipendenza che tutti vogliono avere.
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A New York, in una torrida giornata estiva, un uomo e una donna non più giovanissimi si incontrano per caso in tribunale, convocati alle selezioni per la giuria popolare. Un'incombenza poco allettante, quasi un fastidio, che però potrebbe rivelarsi un piacevole nuovo inizio. Sbrigate le faccende formali, ogni giorno Paul e Catherine si concedono fugaci istanti insieme: un pranzo in un ristorantino di poche pretese, una passeggiata, quattro chiacchiere sulla famiglia, sul lavoro e sulle occasioni mancate… E soprattutto la colazione nel loro locale preferito, dove il barista originario di Napoli fa da vivace sfondo al loro idillio: l'aroma del caffè e il buffo accento del ragazzo trasportano la coppia in Italia, terra natale della madre di Paul e, chissà, futuro approdo per un possibile seguito della storia. In attesa che la fuga romantica sconfini dal sogno alla realtà, nel parco della High Line questo legame si annoda sempre più stretto, alimentato da discorsi seri e frivole battute, risate cristalline, timidi abbracci, nella consapevolezza di non essere infelici ma neppure completamente soddisfatti di una vita matrimoniale scivolata ormai nell'abitudine. Paul e Catherine coglieranno quella che potrebbe essere l'ultima opportunità di essere felici? Abilissimo cartografo dei sentimenti, André Aciman ha scritto un romanzo sul diritto all'amore, unica forma di resistenza possibile contro lo scorrere del tempo, che è il vero padrone delle nostre esistenze.
Saggistica
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È il 23 maggio 1992 quando, lungo l'autostrada che da Trapani porta a Palermo, la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani con una carica di cinque quintali di tritolo. Un attentato efferato e vile che scuote l'intero Paese e s'imprime nella memoria collettiva, travolta appena due mesi più tardi dal ripetersi di quel tragico copione in via D'Amelio, quando a perdere la vita sono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Per anni la rabbia e l'indignazione per il sangue sparso dalla mafia erano durate soltanto il tempo dei funerali. Dopo la strage di Capaci, invece, qualcosa cambia. Nel Paese, e soprattutto a Palermo. La rabbia diventa pretesa di giustizia, il lutto necessità di testimonianza. Nessuno può più rimanere indifferente. Né le istituzioni, né i cittadini. È l'inizio di quella metamorfosi culturale, morale e delle coscienze che Giovanni Falcone riteneva indispensabile per poter combattere la mafia su larga scala. Ma non solo: è anche l'inizio del viaggio di una donna che sceglie di tramutare il proprio dolore privato in testimonianza universale. Dalla morte del fratello, infatti, Maria Falcone ha dedicato instancabilmente la sua vita all'affermazione dei valori della legalità e dell'antimafia nella società, e in particolare tra i giovani. Oggi, a trent'anni dalla strage, ricorda il fratello e si racconta: quei terribili giorni, la voglia di reagire, l'instancabile impegno e l'attivismo per promuovere una cultura della legalità. E riflette su come siano cambiati da allora la lotta alla mafia e il nostro Paese. Una testimonianza sincera e tenace che fonde la storia personale con una delle pagine più tragiche della nostra storia recente.
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«La parola è una forma vivente, una vera e propria entità unicellulare che non vive nel solo istante in cui viene pronunciata. La parola è il principio primordiale della creazione. » Ma quanto contano le parole quando si fa impresa? Le parole sono lo strumento più potente che abbiamo a disposizione per farci capire. E la narrazione d'impresa – se fatta bene – ha la capacità straordinaria di ispirare, di emozionare, di trasmettere i nostri valori a pubblico, collaboratori e clienti. E anche di trovare nuove strade per ricominciare dopo una crisi. Il linguaggio non è un territorio neutro ma un territorio attraversato da innumerevoli conflitti e straordinarie possibilità di pace: le parole non descrivono la realtà, spesso la creano. Per Oscar di Montigny e Oscar Farinetti servono parole nuove, per un pubblico nuovo, nuovi mercati e nuovi risultati. In queste sei brevi lezioni arricchite da infografiche e numerosi esempi pratici di marketing, ci indicano le tecniche per impossessarsi di una narrazione più consapevole e più efficace per dar voce ai contenuti aziendali.
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Dopo aver per primo setacciato fonti e documenti, incluso il fascicolo presso il collegio Martinitt, parlato con estimatori e detrattori, collaboratori e concorrenti e aver, infine, incontrato lo schivo imprenditore, Tommaso Ebhardt racconta, in questa esclusiva e non ufficiale biografia, il patron di Luxottica.
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Se qualche volta, da adulti, vi siete scoperti particolarmente sagaci, be', sappiate che è perché siete stati lettori di Topolino.
In ogni casa ce n'è almeno uno, basta solo guardare bene: sono nascosti sugli scaffali della sala, con le coste gialle che si intravedono dietro a tomi seriosi e capolavori della letteratura; spuntano fuori a sorpresa da un portariviste, tra un quotidiano e un settimanale politico; appaiono magicamente nelle mani di figli e nipoti, cuginetti e fratelli minori, che sgranano gli occhi su quelle vignette con la stessa meraviglia con cui lo abbiamo fatto noi anni fa e i nostri genitori prima di noi. Da quelle pagine traboccano becchi e orecchie tonde, investigatori improvvisati e criminali da strapazzo, ghette e cappelli a cilindro, bretelle e giubbe alla marinara, risate e sganassoni; tutti i quack e gli yuk di cui è fatta la nostra vita. Da novant'anni gli albi a fumetti di Topolino sono parte integrante dell'immaginario di milioni di italiani. Valentina De Poli, che della rivista è stata prima assidua lettrice per poi diventarne redattrice e infine direttrice, ci racconta la sua lunga storia d'amore con il mondo dei Paperi e dei Topi. Dagli episodi memorabili, come «L'inferno di Topolino », «I promessi Paperi» o la serie di Pk, ai riti degli appassionati – l'attesa del nuovo numero il mercoledì, le lettere dei lettori, gli albi del passato scovati sulle bancarelle; dai grandi maestri, quali Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi, Giorgio Cavazzano e Silvia Ziche, all'indimenticabile lessico topolinese fatto di onomatopee, italiano desueto e neologismi; dai grandi ospiti del mondo reale alle parodie di film e romanzi. Di avventura in avventura Valentina De Poli ci conduce attraverso i corridoi e le scrivanie degli autori che hanno scritto e disegnato i nostri beniamini, facendoci rivivere da tutti i punti di vista l'epopea del giornalino più amato d'Italia e della sua infinita galassia di personaggi. Un'educazione paperopolese è il diario personale e collettivo del sogno a colori di un paese intero. Un'opera sulla nostra infanzia e i suoi eroi, e su come ci hanno fatto diventare quelli che siamo oggi: un ritratto unico delle piume e delle code che, sotto a giacche eleganti, tailleur e cravatte, portiamo ancora oggi tutti i giorni con noi.
Ragazzi
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In questo suo primo libro Paola Egonu, pallavolista di fama mondiale, racconta agli appassionati di tutti gli sport alcuni dei suoi "segreti" per diventare, come lei, una stella. Scoprire le proprie passioni e inseguirle con determinazione, faticando ma sempre col sorriso; capire l'importanza delle regole e saperle rispettare; lottare per un obiettivo comune insieme al resto della squadra; quando si cade, sapersi rialzare, dando sempre il 100% del proprio impegno. Attraverso lo sport Paola Egonu ci insegna l'importanza di lottare per i propri valori, sfidando gli altri ma, soprattutto, noi stessi.
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Tempo libero
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L'uomo più veloce del mondo è italiano. Nell'estate olimpica 2021 Marcell Jacobs ha trascinato tutti in un brivido di 9 secondi e 80 centesimi, e poi in un'esultanza sfrenata e incredula. La sua medaglia d'oro nei 100 metri di Tokyo (poi bissata grazie alla vittoria nella staffetta 4x100) ha stupito il mondo, ma viene da lontano. In questo libro Jacobs si racconta a cuore aperto. Flash, come il suo sprint fulmineo. Flash come i ricordi che riaffiorano e si ricompongono: la passione per la velocità, la crescita sportiva e la faticosa perseveranza dell'allenamento, l'inferno dei tanti infortuni e il cambio di disciplina dal salto in lungo alla distanza "regina" dell'atletica; ma anche i figli, l'amore, gli amici, un'infanzia segnata dall'assenza del padre e dal rapporto strettissimo con la madre e i nonni che lo hanno allevato a Desenzano del Garda. Per Jacobs non è stato facile superare la sensazione di non riuscire a esprimere il proprio potenziale. È servito un lavoro tenace insieme al golden coach Paolo Camossi, per trovare la giusta tecnica di riscaldamento, di corsa e di partenza e per gestire al meglio lo sforzo in gara. È servito il contributo di una mental coach per volgere a suo favore il peso del passato e delle aspettative. Il segreto della sua svolta vincente è proprio questo: correre libero e sciolto come un bambino; portando per mano, fin sui blocchi di partenza, quel piccolo Marcell che si sentiva abbandonato e che ora sorride. Il nonno lo aveva ribattezzato "motoretta umana": ora quel bambino è salito nell'Olimpo, ed è ancora affamato di record e vittorie, sempre restando se stesso.
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Che differenza c'è tra piante perenni e piante annuali? Quali sono le specie più adatte per balconi e terrazzi? Come ci si organizza quando si va in vacanza? È vero che è pericoloso tenere una pianta in camera da letto? Come funziona esattamente la fotosintesi? Come si coltivano le piante carnivore? Esistono davvero persone con il pollice verde e altre con il pollice "nero"? Chi non ha a disposizione 5 minuti? In treno, in autobus, in sala d'attesa, in coda e perché no in bagno... Per imparare divertendosi basta il tempo di un caffè. I principali consigli per coltivare piante da giardino, in casa, per balconi e terrazzi. Illustrazioni e grafici facilitano la comprensione del testo.
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i Nostri consigli
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«Un romanzo trascinante, personaggi fortissimi, commoventi» - Rosella Postorino, Tuttolibri
«Silvia Avallone narra dell'importanza delle relazioni e anche delle paura» - Francesca Angeleri, Corriere della Sera
«La storia del rapporto di sorellanza di due giovani protagoniste, Elisa e Beatrice, cresciute fianco a fianco nella provincia italiana ma destinate ad una sorte ben diversa fra social e celebrità, ricordi e confessioni» - Francesco Musolino, il Messaggero
Se le chiedessero di indicare il punto preciso in cui è cominciata la loro amicizia, Elisa non saprebbe rispondere. È stata la notte in cui Beatrice è comparsa sulla spiaggia – improvvisa, come una stella cadente – con gli occhi verde smeraldo che scintillavano nel buio? O è stato dopo, quando hanno rubato un paio di jeans in una boutique elegante e sono scappate sfrecciando sui motorini? La fine, quella è certa: sono passati tredici anni, ma il ricordo le fa ancora male. Perché adesso tutti credono di conoscerla, Beatrice: sanno cosa indossa, cosa mangia, dove va in vacanza. La ammirano, la invidiano, la odiano, la adorano. Ma nessuno indovina il segreto che si nasconde dietro il suo sorriso sempre uguale, nessuno immagina un tempo in cui "la Rossetti" era soltanto Bea – la sua migliore amica.
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Ma i suoi piani vengono sconvolti da Edith, una giovane tedesca stravagante, giunta sull'isola per risolvere un mistero vecchio di cinquant'anni: la storia di Andreas von Berger - violinista dal talento straordinario e ultimo detenuto del carcere di Santa Brigida - e della donna che, secondo Edith, ha nascosto il suo inestimabile violino. L'unico indizio che Edith e Manuel hanno è il nome di quella donna: Tempesta.
1952. A soli diciassette anni, Neve sa già cosa le riserva il futuro: una vita aspra e miserabile sull'isola di Novembre. Figlia di un padre violento e nullafacente, Neve è l'unica in grado di provvedere alla sua famiglia. Tutto cambia quando, un giorno, nel carcere di Santa Brigida viene trasferito uno straniero. La sua cella si affaccia su una piccola spiaggia bianca e isolata su cui è proibito attraccare. È proprio lì che sbarca Neve, spinta da una curiosità divorante.
Andreas è il contrario di come lo ha immaginato. È bellissimo, colto e gentile come nessun uomo dell'isola sarà mai, e conosce il mondo al di là del mare, quel mondo dove Neve non è mai stata. Separati dalle sbarre della cella, i due iniziano a conoscersi, ma fanno un patto: Neve non gli dirà mai il suo vero nome. Sarà lui a sceglierne uno per lei.
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La nostra storia, LIBRAI ED EDITORI
La Libreria Canova è una fra le più antiche librerie del Veneto. A Conegliano è parte integrante del paesaggio urbano fin dagli anni ‘950, quando la Società rilevò l’Antica Libreria del Fauno che già aveva avuto la propria sede in Via Cavour. Da sempre le grandi vetrine del negozio invitano il pubblico a soffermarsi e vedere le novità librarie esposte anche fuori dagli orari di apertura e nelle festività.
Nasce come gemella della prima Libreria Canova, che fu ideata ed aperta sotto il nome di Longo e Zoppelli da Pietro Zoppelli nel 1853, e rinata poi come Canova Editori, Tipografia, e Librerie nel 1945 sotto la guida di Luigi Zoppelli. Nel dopoguerra, la libreria di Treviso diventò un punto essenziale di incontro dell’intellettualità trevigiana, impegnata, all’epoca, in un progetto di rinascita civile sia nella produzione culturale sia nella diffusione della lettura.
Al fondatore Luigi Zoppelli, si deve anche il progetto editoriale alle cui linee la Casa è rimasta fedele, realizzando attraverso questa continuità, nella sua più che centenaria esperienza, una durevole e solida tradizione culturale e industriale. Dalle origini, l’iniziativa editoriale si è dedicata sia alle edizioni di varia che scolastiche.
Negli anni più recenti, cessate le edizioni scolastiche, la Canova Edizioni ha recuperato la vocazione originaria privilegiando il servizio al territorio veneto e trevigiano, con particolare attenzione alle arti, alla letteratura e alla saggistica tecnico-scientifica, socioeconomica e di costume. Di particolare rilievo scientifico le coedizioni dei “Quaderni di archeologia” con la Regione del Veneto e le collane sulla Storia della civiltà materiale e sul Paesaggio con la Fondazione Benetton Studi e Ricerche di Treviso. Inoltre le numerose pubblicazioni in collaborazione con le Università di Venezia (Ca’ Foscari e IUAV) e di Padova e con diverse scuole superiori.

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