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LE NOVITà
della settimanA
Freschi di stampa
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Mentre il mondo politico-istituzionale è in subbuglio per l'imminente elezione del nuovo capo dello Stato e il principale partito della sinistra italiana è lacerato dallo scontro tra la vecchia guardia e le aggressive nuove leve, il giovane sostituto procuratore Berg, da poco trasferito a Roma, indaga sulla scomparsa di Grazia Marthensen, una signora dell'alta società esperta di finanza. Da un'intercettazione del compagno della donna, l'illustre avvocato Pastor, emergono elementi che potrebbero far pensare a interferenze illecite per impedire che il principale candidato, vicino alla sinistra, vada al Quirinale. Che fine ha fatto la signora Marthensen? Si tratta di rapimento, di omicidio o solo di un allontanamento volontario? Che rapporti ci sono tra la sua sparizione e le manovre volte a influenzare la scelta del nuovo presidente della Repubblica? E che ruolo ha in tutto questo l'avvocato Pastor, le cui mire su quella carica non sono ignote? L'inchiesta si fa subito in salita per Berg: forze oscure cercano di fermarlo con ogni mezzo, passando ben presto dalle lusinghe alle intimidazioni. Percorrere fino in fondo l'insidiosa e accidentata strada verso la verità, senza rimanere impigliato nella fitta ragnatela di trame e intrighi che qualcuno gli sta tessendo intorno, richiederà tutto il suo acume, la sua determinazione e un po' di fortuna. Profondo conoscitore dei meccanismi del potere e degli effetti che può avere sulle persone, con questo suo sorprendente esordio nel giallo Luciano Violante ci permette di gettare uno sguardo nelle segrete stanze dove viene esercitato, svelandone magistralmente alcuni dei lati più oscuri.
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Sono sei i racconti qui chiamati a raccolta, con un evidente cambio di scala rispetto ai romanzi. Storie riunite per la prima volta in volume, scritte in tempi diversi e non incluse nelle antologie che Camilleri ha pubblicato in vita. Le inquadrature brevi, la rapinosità del ritmo, la giustapposizione scorciata delle trame, la scrittura sghemba e senza incespichi, la cifratura del talento umoristico, sono a tutto vantaggio della resa aguzza dei testi e delle suggestioni che i lettori sono portati a raccogliere. I racconti conciliano un diverso modo di leggere, in una più stretta complicità con le malizie del narratore. Per altra via assicurano lo stesso godimento offerto dalle storie larghe dei romanzi di Montalbano. In un caso la giocosità narrativa di Camilleri, allusivamente codificando in una storia un'altra storia, apre al racconto giallo un più ampio spazio fatto di richiami e dissonanze. Accade nel terzo racconto che, già nel titolo, La finestra sul cortile, riporta al film di Hitchcock; ma per raccontare, in totale autonomia narrativa, tutt'altra vicenda: la storia strana e misteriosa dell'«omo supra al terrazzo... d'infacci», sospettosamente provvisto di corda e binocolo; un caso tutto nuovo, e di imprevedibile soluzione, per il commissario in trasferta a Roma. I casi (anche umani; non solo delittuosi) che Montalbano si trova a dover sbrogliare offrono alle indagini indizi minimi, di problematica decifrazione, che impongono approcci di cautela o sottili giochi di contropiede: sia che si tratti di un corpo di donna barbaramente «macellata»; della scomparsa di un anello prezioso; del ritrovamento di un cadavere «arrotuliato dintra alla coperta», dopo i bagordi di una notte di Ferragosto; delle conseguenze pirotecniche (quasi come in un film americano, con tanto di colonna sonora) del fidanzamento sbagliato tra una studentessa di buona famiglia e un killer di mafia, latitante, sul quale gravava l'accusa di almeno quattro omicidi; del vinattiere diviso tra tasse e pizzo, mentre Montalbano soccorre con soluzioni che lo portano a giostrare (tra autoironici compiacimenti) con qualche «idea alla James Bond». Tutto è affidato all'intelligenza analitica del commissario che, indulgente quando necessita, sa sfogliare i palinsesti delle varie vite con le quali viene in contatto nel disordine quotidiano.
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«Alison Espach ha un talento immenso, la sua scrittura scorre con un tocco leggerissimo. Un romanzo profondamente commovente, sempre eccellente e spesso inaspettatamente divertente» – Emily St. John Mandel, autrice di Stazione undici
Da sempre, Sally, tredici anni, guarda alla sorella sedicenne Kathy con ammirazione, rispetto e infinito amore: Kathy è bellissima, elegante, dotata nel canto, ricercata dai compagni di scuola. Sally condivide con lei tutte le esperienze della loro adolescenza, e anche le confidenze sul primo amore di Kathy, Billy, star emergente della squadra di basket locale, che presto, per motivi diversi, diventa inesauribile fonte di struggimento anche per Sally. Fino al tragico giorno dell'incidente in cui Kathy perde la vita: Billy e Sally sono ora destinati a essere uniti per sempre, la tragica, accidentale morte di Sally li coinvolge entrambi e sconvolge le esistenze di tutti i componenti delle loro tranquille famiglie americane. Ambientato nel corso di quindici anni, Appunti sulla tua scomparsa improvvisa è narrato in prima persona da Sally, che racconta a Kathy che cosa accade nella vita di chi resta, dando voce alla limpidezza dei suoi pensieri e all'assoluta sincerità delle sue emozioni. Ne risulta un romanzo straordinario, che non è solo una storia d'amore mozzafiato tra due persone spezzate e inspiegabilmente, scomodamente attratte l'una dall'altra, ma anche una storia di formazione ironica e sottile capace di esplorare i modi bizzarri e inaspettati in cui le persone che amiamo di più continuano a plasmare la nostra vita molto tempo dopo essersene andate: perché chi scompare non scompare mai davvero finché continueremo a cercare i segni della sua presenza dentro e fuori di noi.
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Lo immaginavo delicato come una sinfonia. Leggere come il battito d'ali di una farfalla. Soave come una piuma che ondeggia nel vento. Ma sbagliavo. Sin dal primo momento in cui mi ha toccata, per me l'amore è stato la melodia stonata di una chitarra elettrica. L'irruenza di un uragano. La dannazione di un'anima in collisione.
Vanessa, studentessa al secondo anno di college, ha un amore viscerale per i libri e la pioggia e un legame indissolubile con i suoi migliori amici. Segnata dal difficile divorzio dei genitori, ha trovato conforto in Travis, all'apparenza il bravo ragazzo che tutte le madri – compresala sua – vorrebbero accanto alle loro figlie. Con lui spera di riuscire a costruire una felicità che ormai da troppo tempo le manca. Dopo due anni, però, anche quell'amore sembra essersi incrinato e nel cuore di Vanessa restano solo macerie. Almeno fino al momento in cui, a lezione, si imbatte per la prima volta in un nuovo compagno di corso, con il corpo ricoperto di tatuaggi e due occhi verdi in cui è fin troppo facile perdersi. Thomas è un miscuglio esplosivo di fascino e arroganza, vittima e carnefice dal passato tormentato. Lui e Vanessa, così diversi tra loro eppure in fondo così simili, si incastrano come pezzi di un puzzle, dando vita a un rapporto tormentato, fatto di attimi di passione e squarci di tenerezza, litigi furiosi e riconciliazioni. Ma Vanessa vuole di più, sogna l'amore vero, romantico e totalizzante, quello raccontato nei romanzi che non si stanca mai di rileggere. Thomas, invece, rifugge ogni legame, nel suo petto si agita un perenne groviglio di spine. Eppure, se capirsi è difficile, separarsi è impossibile.
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La sua maestosa lentezza. L'esplodere di una natura inattesa, a volte estrema. Un tuffo in acqua. Lo sfiorarsi delle labbra. I silenzi. Gli incontri. Le città deserte. Le notti che si dissolvono nel giorno senza cesura. Al pari di esploratori che si nutrono dell'ignoto, ogni anno siamo pronti a perderci dietro la chimera dell'estate, la stagione piú effimera. La piú luminosa, ma forse anche la piú amara. Quando finisce infatti sentiamo un vuoto dentro. E il ricordo delle emozioni che abbiamo provato non smette di inseguirci. Quali che siano le esperienze vissute, le gioie o le disfatte, al pari dell'araba fenice l'estate risorge sempre dalle sue stesse ceneri, riproponendoci, mescolati insieme, la meraviglia, il sogno e il disincanto. Senza che ci si possa difendere. Seguendo le trasformazioni che porta con sé la stagione piú fugace e inafferrabile, quel che avviene al pianeta, alle piante, agli animali, e soprattutto a ciascuno di noi, Federico Pace racconta da angoli inediti storie emblematiche e avvincenti che hanno preso vita durante quei giorni cosí infuocati da suscitare le aspettative piú vertiginose. Storie accadute a chi ha lasciato che l'estate, ancora una volta, portasse con sé una strana felicità.
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«Una favola potente per questo nostro tempo guasto» – Salman Rushdie
«Shteyngart è un patrimonio nazionale. Ha spesso scritto con grande humour e grande cuore, ma mai come in questo romanzo» – Jonathan Safran Foer
«Un romanzo perfetto per quest'epoca e per tutte le epoche, l'unico reperto testuale dell'era della pandemia da conservare e mettere in una capsula del tempo a futura memoria di tutto ciò che è buono, vero e bello nella letteratura» – The New York Times
«Otto amici, una casa in campagna e sei mesi di isolamento: una storia sull'amore, l'amicizia, la famiglia» – USA Today
«Un omaggio a Cechov in quattro atti, con un finale che vi spezzerà il cuore» – The Washington Post
«Il grande romanzo americano sulla pandemia che solo Gary Shteyngart poteva scrivere: autenticamente multiculturale, scritto con una penna assassina e attraversato da una vitalità selvaggia» – Kirkus Reviews
Nei mesi del lockdown, la tenuta di campagna degli immigrati ebrei sovietici Sasha e Masha Senderovsky diventa una destinazione ambita. Alla coppia e alla figlia adottiva Nat, una bambina di otto anni ansiosa e brillante, più interessata alla sua identità asiatica che alle lezioni di russo imposte dalla madre, si uniscono Dee, ex studentessa di Sasha specializzata nel provocare i benpensanti, L'Attore, divo hollywoodiano in incognito, e tre compagni di liceo di Sasha: Kim, multimilionaria creatrice di un'app di successo, Ed, erede di una ricca famiglia coreana, e Vinod, scrittore mancato. Nella piccola colonia lungo il fiume Hudson – rifugio dal virus come in un moderno Decameron, ma anche asfittica clausura da reality show, isola progressista sotto assedio nell'America trumpiana e decadente dacha cechoviana – si inseguono nostalgie e risentimenti, amori decennali inconfessati e nuove passioni scatenate da un Cupido digitale. Ma su tutto incombono la paura del contagio e i problemi finanziari del padrone di casa, la cui carriera di scrittore comico è tutt'altro che in ascesa. Per conservare l'adorata tenuta deve convincere L'Attore a trasformare la sua sceneggiatura in una serie televisiva, impresa per cui sembra disposto a sacrificare tutto: amicizie, dignità e perfino la moglie. In questo nuovo romanzo Gary Shteyngart scatena il suo umorismo caustico contro le paranoie, le ipocrisie e i vezzi di un gruppo di privilegiati, ma al tempo stesso coglie il clima universale di quei mesi, la sospensione di progetti e legami, la forza di ciò che davvero conta e ci unisce.
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Tom Baxter è tra i migliori chirurghi ortopedici di Seattle. Ma gli ultimi tempi sono stati duri per lui e la sua famiglia: la moglie è morta da un anno e i figli, Owen e Olivia, faticano a superare il trauma e ad accettare la giovane Heather, con cui Tom si è appena risposato. Per cercare un po' di serenità, Tom decide di trasformare un convegno di medici a Melbourne in un viaggio di famiglia e quando in Australia i ragazzi trovano finalmente un'attività che li esalta come vedere da vicino i koala, Tom acconsente. Due abitanti del posto incontrati per caso invitano i Baxter a una breve gita a Dutch Island, un piccolo isolotto incontaminato vicino alla costa, abitato solo dalla grande famiglia O'Neill. Già sull'imbarcazione che li porta all'isola, l'eccitante sensazione di trovarsi in un luogo esclusivo, in cui poter assaporare la vera natura selvaggia australiana, si fa sempre più forte... Soprattutto quando, per la loro sicurezza, i due abitanti del posto dettano regole ferree: non avvicinarsi alla fattoria, unica costruzione presente oltre a una prigione dismessa, non addentrarsi nella vegetazione e rivedersi al molo entro quarantacinque minuti. Ma i Baxter non torneranno mai più al molo. Perché dopo un fatale errore dettato dalla distrazione, l'isola diventa una prigione e ogni angolo nasconde un possibile agguato letale. Una trappola che li costringerà a scegliere cosa, e soprattutto chi, sacrificare pur di sopravvivere.
Narrativa
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Giappone, 1939. Un vento freddo scompiglia i capelli di Omiko Tetsukoshi, appoggiata al parapetto della nave. Sta tornando in Giappone, dopo cinque anni di studio negli Stati Uniti, e non vede l'ora di raccontare alla famiglia ciò che ha imparato in Occidente. Ma, quando fa scorrere il fusuma, trova una casa molto diversa da quella che ricordava: sua madre indossa un kimono tradizionale e la sorella minore ha rinunciato agli studi preferendo il matrimonio. Persino suo padre, proprio lui che l'ha incoraggiata a imparare la scrittura e la lingua inglese, ora vorrebbe darla in sposa al figlio del barone Sagami, rampollo di una prestigiosa famiglia che controlla il commercio della seta. Omi, invece, si sente a proprio agio solo quando indossa attillati abiti parigini e scarpe coi tacchi alti. Non ha paura di essere notata dai soldati che, sempre più numerosi, marciano per le strade di Tokyo. Ma quando il Giappone entra in guerra e la città diventa sempre meno sicura, non ha scelta: se vuole proteggere la sua famiglia, deve accettare la corte di Sagami e diventare una «sposa della seta». Ma Omi sa di essere molto più di una semplice moglie. Il suo paese ha bisogno di donne come lei, che hanno il coraggio di parlare con franchezza e sono capaci di prendere decisioni nei momenti difficili. La sua forza è come il fiore del ciliegio che germoglia dopo ogni inverno, aprendosi al vento dolce che richiama la primavera.
Continua la riscoperta di un autore straordinario. Dopo aver conquistato i lettori italiani con il bestseller L'albero dello zenzero, Oswald Wynd torna in libreria con il suo romanzo d'esordio, vincitore del Doubleday Prize nel 1947 e osannato dal «New York Times». In queste pagine affiora il ritratto di una donna straordinaria e incredibilmente moderna. Un racconto di coraggio e intraprendenza, ambientato nelle magiche atmosfere del Giappone, in uno dei momenti più cupi della storia.
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Pyongyang, Corea del Nord. Suja e Jin frequentano l'università: lei fa la giornalista e proviene da una famiglia importante e agiata, lui, invece, sopravvive grazie a una borsa di studio e viene da un villaggio di contadini. L'unica ricchezza che possiede è un'antica collana di giada, che dona a Suja in segno del suo amore. Mentre il Paese è oppresso dalla carestia ed in preda a sconvolgimenti politici, Suja e Jin vivono un rapporto quasi clandestino, consapevoli della distanza sociale che li divide. Ma quando Jin torna a casa per un breve periodo e trova la sua famiglia che soffre la fame, in un impeto di rabbia ruba del cibo e viene arrestato. Intanto Suja comincia a percepire l'ingiustizia dei suoi privilegi. Quando scopre che Jin è riuscito a evadere e fuggire in Cina, primo approdo di tutti i fuggitivi dal regime, decide di mettersi sulle sue tracce, disposta a sfidare la sua famiglia e ad affrontare qualsiasi pericolo pur di trovarlo. Porterà con sé la collana di giada: potrebbe servirle come merce di scambio, nel rischioso viaggio per arrivare sana e salva oltreconfine... In questa storia intensa, basata su testimonianze autentiche, Ann Shin offre uno sguardo raro e commovente sulla vita all'interno dei confini sorvegliati della Corea del Nord e sulle esperienze strazianti di coloro che, con coraggio, hanno tentato la fuga. La collana di giada è uno straordinario esordio narrativo che parla d'amore e di sacrificio, di speranza e di libertà.
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Un caso non è mai veramente chiuso.
Aprile 1999, Mount Pleasant, New Hampshire. Il corpo di una giovane donna, Alaska Sanders, viene ritrovato in riva a un lago. L'inchiesta viene rapidamente chiusa, la polizia ottiene le confessioni del colpevole, che si uccide subito dopo, e del suo complice. Undici anni più tardi, però, il caso si ripresenta. Il sergente Perry Gahalowood, che all'epoca si era occupato delle indagini, riceve una inquietante lettera anonima. E se avesse seguito una falsa pista? L'aiuto del suo amico scrittore Marcus Goldman, che ha appena ottenuto un enorme successo con La verità sul caso Harry Quebert, ispirato dalla loro comune esperienza, sarà ancora una volta fondamentale per scoprire la verità. Ma c'è un mistero nel mistero: la scomparsa di Harry Quebert. I fantasmi del passato ritornano e, fra di essi, quello di Harry Quebert.
COME COMINCIA
L'ultima persona ad averla vista in vita fu Lewis Jacob, il proprietario di una stazione di servizio sulla Route 21. Erano le sette e mezzo di sera e Lewis si accingeva a lasciare il negozio attiguo alle pompe di benzina. Doveva portare a cena fuori la moglie per festeggiare il suo compleanno.
"Sei sicura che non ti scoccia chiudere?" chiese alla sua dipendente dietro la cassa.
"Nessun problema, signor Jacob."
"Grazie, Alaska."
Lewis Jacob osservò per un istante la giovane donna: un vero incanto. Un raggio di sole. E che gentilezza! Da quando era venuta a lavorare lì, sei mesi prima, gli aveva cambiato la vita.
"E tu?" le chiese. "Hai qualche programma per stasera?"
"Ho un appuntamento..." rispose Alaska con un sorriso.
"A vederti, sembrerebbe qualcosa di più di un appuntamento."
"Una cena romantica," confidò lei.
"Walter è un uomo fortunato," disse Lewis. "Quindi le cose vanno meglio tra voi due?"
Per tutta risposta, Alaska scrollò le spalle. Lewis si aggiustò la cravatta nel riflesso di una vetrata.
"Come sto?" le chiese.
"È perfetto. Avanti, vada, non faccia tardi."
"Buon fine-settimana, Alaska. Ci vediamo lunedì."
"Buon fine-settimana, signor Jacob."
Gli sorrise di nuovo. Quel sorriso non lo avrebbe mai dimenticato.
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Kajan ha avuto una fortuna rara, un talento indiscusso per il pianoforte, e una sfortuna tragica: nascere nel corso della Seconda Guerra Mondiale, in Albania. E il 1943 e Kajan vive in una fattoria con la famiglia e con suo nonno Betim nella campagna albanese. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti. L'esistenza di Kajan scorre in qualche modo al riparo dalle atrocità belliche, fino a che un giorno un disertore tedesco di nome Cornelius bussa alla loro porta, cercando rifugio. Il soldato è un abile pianista e il piccolo Kajan decide di approfittarne per imparare; si rivela un allievo disciplinato e talentuoso, e sviluppa un rapporto di affetto viscerale con il soldato, Poco prima della resa dei tedeschi, una truppa di nazisti invade la fattoria. I tre ascoltano impotenti gli spari, nascosti in una botola sotterranea. La tensione cresce fino a quando i tedeschi non scoprono il loro nascondiglio: è lì che Cornelius esce fuori senza esitazione e ancora una volta, uccidendo i suoi connazionali, salva la vita di Kajan. Betim, però, è rimasto mortalmente ferito dagli spari. È la notte della liberazione dell'Albania. Cornelius ha la possibilità di tornare a casa, in Germania, con l'aiuto di Selie, la madre di Kajan, leader di un comando di partigiani che ha molto peso nel partito. Quindici anni dopo circa, Kajan è divenuto uno stimato professore di musica, a soli 20 anni, per merito del suo prodigioso talento. Ama, ricambiato, una sua alunna di nome Elizabeta. Ma c'è un problema, accentuato dalla figura della rigida e irreprensibile madre Selie, ormai elevata agli alti ranghi del novello regime comunista: Elizabeta è la figlia di un traditore. La guerra che Kajan pensava finita sta per iniziare in una nuova forma con nuovi nemici.
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«Un romanzo appassionante» – Welt am Sonntag
«La tormentata storia di una famiglia nell'Europa a cavallo della Seconda guerra mondiale» – Wienerin
«Ogni scena è così vivida da sempre un film» – Freie Presse
Breslavia, 1926. Quando Laurenz Sadler chiede la mano della giovane Annemarie, immagina un futuro radioso, un appartamento in centro e il successo come compositore. Ma è un sogno destinato a non realizzarsi mai. La morte del fratello maggiore, infatti, lo costringe a prendere le redini del podere di famiglia. Un cambiamento per lui molto sofferto, ma che Annemarie accoglie con sollievo. Le luci della città non sono il posto adatto per nascondere il segreto che custodisce. Invece, nella quiete della campagna, può concentrarsi solo sul suo amore per Laurenz e, col passare degli anni, sulle figlie: Kathi e Franzi. Almeno finché la vivace e brillante Kathi, ormai quindicenne, non vince un concorso nazionale di matematica, attirando su di sé le attenzioni del governo di Berlino. Col Paese squassato dalla guerra e dalle persecuzioni razziali, Annemarie non può rischiare che la verità sul suo passato venga a galla. Deve proteggere la sua famiglia, anche a costo di lasciare per sempre la casa in cui ha trascorso gli anni più felici della sua vita. Non sa ancora, Annemarie, che la sua scelta segnerà il destino dei Sadler per generazioni... La saga di una famiglia che attraversa il Novecento.
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«Miranda Cowley Heller ha creato personaggi e luoghi a cui è impossibile non affezionarsi» – The New York Times
«Una storia evocativa e intensa sulla colpa e sul perdono» – The Guardian
«Un debutto mozzafiato che vi divorerà e lascerà a bocca aperta – non vorrete che finisca» – The Independent
«Erano anni che non rimanevo così incollato alle pagine di un libro. L'ho amato» – Nick Hornby
Nessun rimpianto per quello che non ho fatto. Ora ho solo rimpianti per quello che ho fatto. Questa è la fine di una lunga storia.
Una bracciata dopo l'altra, il viso esce dall'acqua per cercare aria e poi torna a inabissarsi. Elle adora nuotare davanti alla casa di famiglia a Cape Cod. Ma quel giorno è diverso dagli altri. Perché Elle la sera prima ha fatto una scelta che ha cambiato tutto. Ha fatto l'amore con Jonas, l'uomo che, se le cose fossero andate diversamente tanti anni prima, ora sarebbe il suo compagno. Eppure, quel futuro non si è realizzato e il cuore di Ella si è aperto a Peter, suo marito, con cui ha avuto tre figli meravigliosi. Con lui è felice, ma il pensiero di Jonas non l'ha mai abbandonata. Ora Elle ha solo ventiquattr'ore per prendere la decisione che potrebbe stravolgere la sua vita; per farlo, non può ignorare la colpa che la unisce e la divide da Jonas. È il loro passato, è ciò che li ha allontanati, ma è un segreto che riecheggia nel presente. E ora tutto potrebbe tornare a galla come il fondale sabbioso che, durante una tempesta, affiora in superficie. Elle sa che cosa significherebbe. Sa che non è sola e che le conseguenze delle sue azioni peserebbero sulle persone che ama di più. Come sa che le scelte ormai alle spalle non sono giuste né sbagliate. Le scelte davvero importanti sono quelle che si hanno davanti. Per la stampa e la critica più autorevole c'è una nuova e sola regina del «romanzo americano»: Miranda Cowley Heller. Erano anni che si attendeva un esordio come il Palazzo di carta. Un romanzo che ha superato tutti i record, in testa alle classifiche americane e inglesi per mesi. Non c'è lettore che non l'abbia amato. Perché, in fondo, tutti, abbiamo domande che non sempre hanno risposte. Tutti abbiamo fatto scelte e abbiamo rimpianti, tutti abbiamo un posto del cuore a cui vorremmo tornare. Tutti abbiamo un segreto che non abbiamo mai confessato. Siamo tutti Elle.
Saggistica
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C'era una volta una cosa chiamata noia: una sensazione universale che avvolgeva gli esseri umani ogni volta che si trovavano bloccati in una situazione – in una fila, nel traffico, nella sala d'attesa del medico – senza avere nulla da fare, e dalla quale potevano nascere idee sbalorditive. Era un tempo in cui ci si poteva smarrire con facilità sconcertante in ogni città, perfino nella propria, e in cui non sapere se domani ci sarebbe stato sole o pioggia era del tutto normale: un tempo fatto di numeri di telefono imparati a memoria e appuntamenti al buio, messaggi lasciati in segreteria e rullini di foto sfocate. Poi, un giorno di pochi anni fa, qualcuno ha inventato internet, e da allora tutto ciò che credevamo eterno ha smesso rapidamente di esistere. Pamela Paul ci riporta nel «Preinternettiano», l'epoca in cui nessuno aveva idea di che cosa fosse un sito, uno smartphone o un'app digitale, per farci scoprire che cosa abbiamo perso o stiamo perdendo con l'avvento dell'online. Il suo è un affascinante inventario degli oggetti, delle emozioni e delle consuetudini che, senza che nemmeno ce ne accorgessimo, sono sparite dalle nostre vite, attraverso il quale ritrovare una parte di noi che abbiamo dimenticato: dal telefono in cucina al timore che nessuno si ricordasse il nostro compleanno, dalle lettere scritte a mano alla libertà di non avere i genitori sempre addosso, dalle enciclopedie in volumi allo spostarsi in un luogo ignoto armati solo di una mappa sbrindellata, dall'incubo di perdere un biglietto aereo al fare conversazione con uno sconosciuto su un treno, dopo essersi guardati intensamente negli occhi. 100 cose che abbiamo perso per colpa di internet ci mostra con ironia e profondità di analisi come appariva il mondo prima che chiudessimo il nostro sguardo e le nostre emozioni dentro al rettangolo di uno schermo. Un'opera illuminante, che ci invita a ripensare le nostre giornate iperconnesse perché possano tornare a riempirsi di creatività e smarrimento, lentezza ed empatia; di errori imprevedibili capaci di farci riflettere e meravigliosi gesti inutili, fatti con estrema attenzione.
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È il 23 maggio 1992 quando, lungo l'autostrada che da Trapani porta a Palermo, la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani con una carica di cinque quintali di tritolo. Un attentato efferato e vile che scuote l'intero Paese e s'imprime nella memoria collettiva, travolta appena due mesi più tardi dal ripetersi di quel tragico copione in via D'Amelio, quando a perdere la vita sono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Per anni la rabbia e l'indignazione per il sangue sparso dalla mafia erano durate soltanto il tempo dei funerali. Dopo la strage di Capaci, invece, qualcosa cambia. Nel Paese, e soprattutto a Palermo. La rabbia diventa pretesa di giustizia, il lutto necessità di testimonianza. Nessuno può più rimanere indifferente. Né le istituzioni, né i cittadini. È l'inizio di quella metamorfosi culturale, morale e delle coscienze che Giovanni Falcone riteneva indispensabile per poter combattere la mafia su larga scala. Ma non solo: è anche l'inizio del viaggio di una donna che sceglie di tramutare il proprio dolore privato in testimonianza universale. Dalla morte del fratello, infatti, Maria Falcone ha dedicato instancabilmente la sua vita all'affermazione dei valori della legalità e dell'antimafia nella società, e in particolare tra i giovani. Oggi, a trent'anni dalla strage, ricorda il fratello e si racconta: quei terribili giorni, la voglia di reagire, l'instancabile impegno e l'attivismo per promuovere una cultura della legalità. E riflette su come siano cambiati da allora la lotta alla mafia e il nostro Paese. Una testimonianza sincera e tenace che fonde la storia personale con una delle pagine più tragiche della nostra storia recente.
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«La parola è una forma vivente, una vera e propria entità unicellulare che non vive nel solo istante in cui viene pronunciata. La parola è il principio primordiale della creazione. » Ma quanto contano le parole quando si fa impresa? Le parole sono lo strumento più potente che abbiamo a disposizione per farci capire. E la narrazione d'impresa – se fatta bene – ha la capacità straordinaria di ispirare, di emozionare, di trasmettere i nostri valori a pubblico, collaboratori e clienti. E anche di trovare nuove strade per ricominciare dopo una crisi. Il linguaggio non è un territorio neutro ma un territorio attraversato da innumerevoli conflitti e straordinarie possibilità di pace: le parole non descrivono la realtà, spesso la creano. Per Oscar di Montigny e Oscar Farinetti servono parole nuove, per un pubblico nuovo, nuovi mercati e nuovi risultati. In queste sei brevi lezioni arricchite da infografiche e numerosi esempi pratici di marketing, ci indicano le tecniche per impossessarsi di una narrazione più consapevole e più efficace per dar voce ai contenuti aziendali.
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Dopo aver per primo setacciato fonti e documenti, incluso il fascicolo presso il collegio Martinitt, parlato con estimatori e detrattori, collaboratori e concorrenti e aver, infine, incontrato lo schivo imprenditore, Tommaso Ebhardt racconta, in questa esclusiva e non ufficiale biografia, il patron di Luxottica.
Ragazzi
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«Essere amati dagli altri ci rende tutti speciali. Ed è ciò che conta davvero.»
Mia e il suo fratellino Sven si preparano a passare l'estate in campagna. Fra passeggiate nella foresta e gite al lago, i due bambini avranno finalmente il tempo di correre spensierati nella natura, giocare insieme e leggere tanti libri. Ma soprattutto, grazie agli insegnamenti dei loro adorati nonni, capiranno quanto è importante sostenersi a vicenda e volersi bene, in famiglia, a scuola, con gli amici. Leggi anche tu la loro storia e scopri com'è bello essere amato per ciò che sei!
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L'uomo più veloce del mondo è italiano. Nell'estate olimpica 2021 Marcell Jacobs ha trascinato tutti in un brivido di 9 secondi e 80 centesimi, e poi in un'esultanza sfrenata e incredula. La sua medaglia d'oro nei 100 metri di Tokyo (poi bissata grazie alla vittoria nella staffetta 4x100) ha stupito il mondo, ma viene da lontano. In questo libro Jacobs si racconta a cuore aperto. Flash, come il suo sprint fulmineo. Flash come i ricordi che riaffiorano e si ricompongono: la passione per la velocità, la crescita sportiva e la faticosa perseveranza dell'allenamento, l'inferno dei tanti infortuni e il cambio di disciplina dal salto in lungo alla distanza "regina" dell'atletica; ma anche i figli, l'amore, gli amici, un'infanzia segnata dall'assenza del padre e dal rapporto strettissimo con la madre e i nonni che lo hanno allevato a Desenzano del Garda. Per Jacobs non è stato facile superare la sensazione di non riuscire a esprimere il proprio potenziale. È servito un lavoro tenace insieme al golden coach Paolo Camossi, per trovare la giusta tecnica di riscaldamento, di corsa e di partenza e per gestire al meglio lo sforzo in gara. È servito il contributo di una mental coach per volgere a suo favore il peso del passato e delle aspettative. Il segreto della sua svolta vincente è proprio questo: correre libero e sciolto come un bambino; portando per mano, fin sui blocchi di partenza, quel piccolo Marcell che si sentiva abbandonato e che ora sorride. Il nonno lo aveva ribattezzato "motoretta umana": ora quel bambino è salito nell'Olimpo, ed è ancora affamato di record e vittorie, sempre restando se stesso.
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«Un romanzo trascinante, personaggi fortissimi, commoventi» - Rosella Postorino, Tuttolibri
«Silvia Avallone narra dell'importanza delle relazioni e anche delle paura» - Francesca Angeleri, Corriere della Sera
«La storia del rapporto di sorellanza di due giovani protagoniste, Elisa e Beatrice, cresciute fianco a fianco nella provincia italiana ma destinate ad una sorte ben diversa fra social e celebrità, ricordi e confessioni» - Francesco Musolino, il Messaggero
Se le chiedessero di indicare il punto preciso in cui è cominciata la loro amicizia, Elisa non saprebbe rispondere. È stata la notte in cui Beatrice è comparsa sulla spiaggia – improvvisa, come una stella cadente – con gli occhi verde smeraldo che scintillavano nel buio? O è stato dopo, quando hanno rubato un paio di jeans in una boutique elegante e sono scappate sfrecciando sui motorini? La fine, quella è certa: sono passati tredici anni, ma il ricordo le fa ancora male. Perché adesso tutti credono di conoscerla, Beatrice: sanno cosa indossa, cosa mangia, dove va in vacanza. La ammirano, la invidiano, la odiano, la adorano. Ma nessuno indovina il segreto che si nasconde dietro il suo sorriso sempre uguale, nessuno immagina un tempo in cui "la Rossetti" era soltanto Bea – la sua migliore amica.
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Ma i suoi piani vengono sconvolti da Edith, una giovane tedesca stravagante, giunta sull'isola per risolvere un mistero vecchio di cinquant'anni: la storia di Andreas von Berger - violinista dal talento straordinario e ultimo detenuto del carcere di Santa Brigida - e della donna che, secondo Edith, ha nascosto il suo inestimabile violino. L'unico indizio che Edith e Manuel hanno è il nome di quella donna: Tempesta.
1952. A soli diciassette anni, Neve sa già cosa le riserva il futuro: una vita aspra e miserabile sull'isola di Novembre. Figlia di un padre violento e nullafacente, Neve è l'unica in grado di provvedere alla sua famiglia. Tutto cambia quando, un giorno, nel carcere di Santa Brigida viene trasferito uno straniero. La sua cella si affaccia su una piccola spiaggia bianca e isolata su cui è proibito attraccare. È proprio lì che sbarca Neve, spinta da una curiosità divorante.
Andreas è il contrario di come lo ha immaginato. È bellissimo, colto e gentile come nessun uomo dell'isola sarà mai, e conosce il mondo al di là del mare, quel mondo dove Neve non è mai stata. Separati dalle sbarre della cella, i due iniziano a conoscersi, ma fanno un patto: Neve non gli dirà mai il suo vero nome. Sarà lui a sceglierne uno per lei.
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La Libreria Canova è una fra le più antiche librerie del Veneto. A Conegliano è parte integrante del paesaggio urbano fin dagli anni ‘950, quando la Società rilevò l’Antica Libreria del Fauno che già aveva avuto la propria sede in Via Cavour. Da sempre le grandi vetrine del negozio invitano il pubblico a soffermarsi e vedere le novità librarie esposte anche fuori dagli orari di apertura e nelle festività.
Nasce come gemella della prima Libreria Canova, che fu ideata ed aperta sotto il nome di Longo e Zoppelli da Pietro Zoppelli nel 1853, e rinata poi come Canova Editori, Tipografia, e Librerie nel 1945 sotto la guida di Luigi Zoppelli. Nel dopoguerra, la libreria di Treviso diventò un punto essenziale di incontro dell’intellettualità trevigiana, impegnata, all’epoca, in un progetto di rinascita civile sia nella produzione culturale sia nella diffusione della lettura.
Al fondatore Luigi Zoppelli, si deve anche il progetto editoriale alle cui linee la Casa è rimasta fedele, realizzando attraverso questa continuità, nella sua più che centenaria esperienza, una durevole e solida tradizione culturale e industriale. Dalle origini, l’iniziativa editoriale si è dedicata sia alle edizioni di varia che scolastiche.
Negli anni più recenti, cessate le edizioni scolastiche, la Canova Edizioni ha recuperato la vocazione originaria privilegiando il servizio al territorio veneto e trevigiano, con particolare attenzione alle arti, alla letteratura e alla saggistica tecnico-scientifica, socioeconomica e di costume. Di particolare rilievo scientifico le coedizioni dei “Quaderni di archeologia” con la Regione del Veneto e le collane sulla Storia della civiltà materiale e sul Paesaggio con la Fondazione Benetton Studi e Ricerche di Treviso. Inoltre le numerose pubblicazioni in collaborazione con le Università di Venezia (Ca’ Foscari e IUAV) e di Padova e con diverse scuole superiori.

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